Mi sveglio, ho ancora sonno, vorrei tanto tornare a letto, alla fine sono solo le 6 di mattina, potrei…però mi alzo, perché alle 7 ho appuntamento coi ragazzi, fanno studio libero fino alle 8, così io approfitto per stare con loro e aiutarli e chissà magari fare qualche gioco assieme per migliorare la pronuncia e lo studio del francese e dell’inglese. Così anche oggi nonostante la sveglia presto sono contenta, ho la possibilità di scoprire cose nuove e stare insieme ai ragazzi e mentre mi vesto ed esco di casa per andare a fare colazione con le suore penso di essere davvero fortunata.
Alle 8 finisco lo studio con gli alunni, esco dall’aula, sembra già metà mattinata e invece è appena iniziata la giornata, alle 10 devo andare dai piccoli della materna che mi aspettano per imparare nuove canzoncine insieme.
Il tempo vola, esco dal Givelet (la scuola esterna delle suore), che sono già le 11 e mentre mi incammino verso quella che ormai da due mesi chiamo casa, ripenso al tempo passato coi bimbi, a quanto mi danno ogni giorno, al loro modo di chiamarmi maîtresse che mi riempie il cuore, ai sorrisi scambiati e a tutto l’amore ricevuto. Ogni tanto quando li guardo, vorrei tornare anche io bambina, per poter guardare il mondo come lo vedono loro, con quegli occhi così innocenti e con tanta curiosità.
Tornata a casa aiuto ad apparecchiare e a sistemare le ultime cose per il pranzo, che facciamo ogni giorno alle 12:15 insieme a tutta la comunità di suore.
Neanche il tempo di lavare i piatti e via si torna a scuola, alle 13:45 infatti rincominciano i corsi, ma questa volta devo andare dai grandi, i ragazzi del liceo.
Così dopo qualche chiacchiera in giardino, mi avvio verso le classi, pronta a fare lezione. La prima ora si inizia coi ragazzi della terza superiore e poi rimangono ancora le ultime tre ore coi ragazzi della quarta. Con loro faccio inglese, affianco l’insegnante di lingua durate la lezione e propongo attività di speaking e lavoro di gruppo, per cercare di migliorare il loro livello di lingua, soprattutto nel parlato e nella comprensione.
Esco dall’aula e sono già le 18, anche per oggi la scuola è finita, saluto i ragazzi e mi avvio verso casa, bisogna ancora organizzare i corsi per domani.
Si cena alle 19:15 come sempre insieme alla comunità e poi si va in stanza, sono appena le 20:30 quindi potrei fare ancora un sacco di cose ma appena mi sdraio nel letto crollo, sono esausta ma felice.
Sono già passati sei mesi da quando sono arrivata in Madagascar, quando ci ripenso non mi sembra vero, è difficile da spiegare, sembra tanto ma allo stesso poco tempo, inevitabilmente ripenso a tutti i momenti e le avventure vissute e a tutto quello che il futuro ha ancora in serbo per me.
Quest’esperienza mi sta insegnando tanto, me ne rendo conto ogni giorno;
Imparo tantissime cose su di me e sugli altri.
No, non è sempre è facile, ovviamente ci sono dei momenti in cui la differenza culturale e linguistica si fa sentire, però sto imparando anche da queste situazioni, mi insegnano ad avere pazienza, a rispettare gli altri, a cercare di capire e essere capita.
Qualche giorno è più difficile rispetto agli altri, la lontananza da casa si fa sentire, gli amici e la famiglia iniziano a mancare e anche il cibo italiano ovviamente, poi però ripenso a quello che sto vivendo qui e basta un sorriso o un saluto a farmi tornare il buon umore.
Ormai restano 3 mesi, il tempo scorre, so già che quando partirò mi mancheranno i sorrisi di questi ragazzi, il loro modo di riempirti di domande, di curiosità, di studiarti, di riporre così tanta fiducia in te, mi mancherà questo posto ne sono sicura, ormai fa parte di me e me lo porterò sempre dentro.
Intanto mi godo ancora ogni momento con loro, cercando di imparare quante più cose possibili su questa nuova cultura così diversa dalla nostra, cercando di portare un po’ di serenità e strappare qualche sorriso a queste personcine così sorridenti ma allo stesso tempo così fragili, cercando di conoscere ognuno di loro e cercando di farmi conoscere veramente.
Ora devo andare, in questi giorni ci sono gli esami e io devo aiutare a controllare che nessuno copi, mica facile eh…
Per il momento dal Madagascar è tutto,
Veloma ( arrivederci)
Martina, operatrice di Servizio Civile Universale in Madagascar